La tossicità dei fitofarmaci nel suolo
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Per studiare la tossicità nell' ambiente e in particolare nel suolo è necessario studiare i meccanismi riguardanti la stabilità e la persistenza dei prodotti chimici come gli erbicidi nel terreno, il loro potenziale impatto sulla fertilità del medesimo, la loro degradazione biotica ed abiotica, l'eventuale formazione di prodotti di degradazione , l'accertamento della loro tossicità, e l'assorbimento da parte dei vegetali. |
L’inquinamento può determinare
malattie o morte di singoli individui o di intere popolazioni, producendo di
conseguenza effetti a livello di comunità. Il numero di individui di una
popolazione può aumentare se a causa dell’inquinamento, le popolazioni con cui
compete o dalle quali viene predata diminuiscono di intensità. A livello di
comunità, l’inquinamento determina in generale una diminuzione della
biodiversità. |
I fitofarmaci naturali (arsenico e
nicotina, sostanze comunque dannose) sono stati sostituiti da molecole organiche
di sintesi: gli idrocarburi clorurati (DDT, DDD, aldrina, dieldrina); i composti organici del fosforo
(malatione, paratione);
I fitofarmaci, alcuni dei quali (per es. il DDT) scarsamente degradabili,
applicati spesso senza effettiva necessità (trattamenti periodici) o in dosi
eccessive, si accumulano nel suolo, esercitando la loro attività antibiotica
sull’insieme di organismi animali o vegetali che vivono nel terreno. I
composti applicati alle piante arrivano al suolo durante il trattamento o per
dilavamento con la pioggia, altre volte vengono immessi direttamente nel suolo
per combattere i parassiti che attaccano le radici. I fitofarmaci (e in
particolare vari insetticidi) oltre ad inquinare il suolo, i corsi d’acqua e i
mari, uccidono molti organismi utili, nemici dei parassiti delle piante o
impollinatori (per es. l’ape), che svolgono un ruolo insostituibile
nell’equilibrio degli ecosistemi. |
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